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Orari di lavoro dei medici: difficile una deroga alle nuove norme

lentepubblica.it • 11 Novembre 2015

medicina“L’ipotesi di una deroga? La vedo veramente molto difficile…”. Così Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, a margine del 4° Healthcare summit del ‘Sole 24 Ore’, risponde ai giornalisti in merito all’ipotesi di una deroga per decreto del governo sulle norme Ue relative agli orari di lavoro dei medici.

 

“Questa è una norma che si sa che arrivava da più di un anno- ha proseguito- quindi si tratta di un tema di organizzazione. Ne ho parlato a lungo anche con il ministro Madia: noi, ovviamente, pensiamo che bisogna dare una risposta e lavorare insieme alle Regioni perché questa norma venga assorbita nel modo più opportuno- ha concluso Lorenzin- per rispettare i diritti dei lavoratori e garantire il servizio”.

 

ISS: 20 ANNI INATTIVITÀ HANNO PORTATO UE A NORMA – “L’applicazione dei nuovi orari di lavoro dei medici è una sfida importante perché, chiaramente, determina una maggiore e notevole azione di spesa. Ma, d’altra parte, ci sono stati venti anni di inattività e si sapeva… Ora, però, è arrivata la Commissione europea, quindi è un atto che di fatto ha messo in moto l’Alta Corte di Giustizia nei confronti dell’Italia“.

 

Lo segnala Walter Ricciardi, presidente dell’Iss (Istituto superiore di sanità). “La dobbiamo affrontare- ha quindi proseguito- perché non ci sono sconti. Noi dobbiamo trovare le risorse per finanziare questo sistema e questo significa andarle a ritrovare nelle pieghe di bilancio oppure andare a ridurre qualche altro spreco in qualche altro settore. D’altronde, se il nostro Sistema sanitario nazionale ha un finanziamento inferiore al 40% a quello tedesco, al 30% a quello francese e al 20% a quello inglese, è anche per questo: perché i nostri operatori per troppi anni hanno lavorato troppo, a volte in condizioni di grandi difficoltà, e sono stati pagati poco. E questo- ha concluso Ricciardi- se noi vogliamo un Ssn efficiente, non può essere”.

Fonte: Agenzia DIRE (www.dire.it) - articolo di Carlotta Di Santo
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